Si è svolto nella serata di martedì 1 marzo presso la Sala Consiliare il secondo incontro pubblico di approfondimento all’interno del percorso Partecipattiva. Protagonista Paolo Michelotto, esperto di partecipazione e democrazia diretta, invitato dall’Amministrazione comunale per parlare di referendum.
Un istituto che ha radici antiche, una delle forme più note e facilmente comprensibili di democrazia diretta: la comunità sceglie dicendo sì o no a una certa proposta importante per i propri interessi. Tuttavia il referendum è un universo complesso, e ogni democrazia si è dotata di propri meccanismi che ne decretano l’efficacia o l’inefficacia.
Paolo Michelotto: abolire il quorum per una democrazia più efficace
Durante la serata uno dei punti più criticati da Paolo Michelotto è stato il meccanismo del quorum. Le tipologie di referendum accolte nell’ordinamento italiano lo prevedono, e la scarsa efficacia che lo strumento ha nel nostro Paese ormai da molto tempo sarebbe da imputare proprio alla soglia minima di partecipazione per convalidare l’esito di una consultazione. Non solo – ha spiegato Michelotto – il quorum diventa un’arma per scoraggiare gli indecisi, ma mette anche in discussione la segretezza del voto garantita dalla Costituzione: nelle più recenti consultazioni è emerso che la stragrande maggioranza dei votanti che si recava alle urne faceva la medesima scelta, per cui non è affatto difficile associare voti e persone.
Inoltre il quorum, per coerenza, si dovrebbe applicare anche alle elezioni politiche, cosa che non avviene: se così fosse molte delle più recenti consultazioni elettorali sarebbero state dichiarate nulle.
Modelli di riferimento: dalla Svizzera, alla Baviera, passando per Bolzano e gli Stati Uniti
Tra i modelli di riferimento illustrati durante la serata, diversi provengono dalla Provincia autonoma di Bolzano, e dai länder tedeschi della Baviera e del Baden-Württemberg. Mentre il punto di riferimento più avanzato in Europa – e non solo – è la Svizzera, dove l’istituto referendario è codificato sin dal XIX secolo e ampiamente utilizzato, talvolta – come nel caso di Zurigo – semplicemente per approvare spese superiori a un certo importo. Negli Stati Uniti, e in particolare nel Midwest e sulla costa ovest, gli istituti referendari sono particolarmente diffusi. Il filo che unisce tutte queste esperienze è proprio la mancanza di quorum. E ricerche svolte da dipartimenti universitari hanno dimostrato che le comunità che più fanno ricorso alla democrazia diretta, o che hanno a propria disposizione strumenti avanzati per esercitarla, sono spesso comunità più informate e consapevoli, dove molti servizi funzionano meglio.
Per approfondire nel dettaglio queste realtà, ecco alcuni utili documenti da sfogliare e scaricare gratuitamente sul sito di Paolo Michelotto.
Durante la serata Michelotto ha sollecitato gli interventi del pubblico, ma soprattutto l’espressione di preferenze utili ad orientare le scelte dell’Amministrazione comunale per i nuovi articoli dello Statuto comunale, in particolare sull’iter di un referendum (preceduto da un passaggio in consiglio comunale o “secco”) e sul modo di formare il Comitato dei Garanti, l’organismo che decreterà l’ammissibilità di un quesito referendario (estrazione a sorte, selezione di personalità competenti o nomina del Consiglio Comunale?).
Al tema del rerendum dedicheremo presto su queste pagine un nuovo articolo che spiegherà nel dettaglio le proposte dell’Amministrazione vignolese.