“Il Comune di Vignola, anche al fine di garantire i diritti delle generazioni future, tutela i beni che la collettività riconosce come comuni, in quanto funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali delle persone nel loro contesto ecologico, urbano e rurale”.
Con la proposta di inserire queste parole nello Statuto comunale, l’Amministrazione mette in gioco una definizione fondamentale che riguarda tutti i cittadini e la qualità della democrazia che il percorso Partecipattiva intende potenziare nella comunità vignolese. Beni comuni. Due parole semplici e che sembrano richiamare concetti che esistono già. In realtà le cose non stanno proprio così. Si parla spesso di “beni pubblici”, intendendo tutto quell’insieme di “cose” fisiche di proprietà degli enti pubblici, che devono farsene carico per permettere ai cittadini di fruire di servizi e opportunità. Da un semplice marciapiede fino a strutture complesse come una scuola o un ospedale.
Il concetto di bene comune comprende tutto questo, ma abbraccia anche molto altro: l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il territorio nel quale viviamo, ma anche i servizi immateriali e alla persona che arricchiscono la vita dei cittadini. Tutto questo è patrimonio di una comunità. Un bene comune, appunto, la cui utilità va oltre l’idea stessa di benessere, ma investe anche l’esercizio di diritti fondamentali, come quello alla salute o quello alla piena realizzazione di un individuo nella sua comunità.
Cose preziose delle quali non solo l’Amministrazione o l’ente locale è chiamato a prendersi cura, ma che richiedono la cura e l’attenzione di tutti i cittadini. Per questo nelle proposte di modifica dello Statuto comunale è stata riservata grande attenzione al contributo che i cittadini possono concretamente dare nella salvaguardia, nell’utilizzo e nella gestione dei beni comuni in coerenza con il principio di sussidiarietà orizzontale. Di che cosa si tratta? Il principio di sussidiarietà orizzontale si trova nell’articolo 118 della Costituzione e riguarda il rapporto tra istituzioni pubbliche e privati cittadini. In questo articolo della nostra Carta fondamentale si sancisce che un’istituzione pubblica non solo può agevolare un’iniziativa privata volta all’interesse generale, ma può anche promuoverla chiamando i cittadini stessi all’impegno in prima persona.
Nel nostro caso significa che ognuno, nella misura che ritiene opportuna, può impegnarsi nella cura dei beni comuni esercitando così i propri diritti di cittadinanza in modo allargato, in accordo con il Comune che avrà il compito di agevolare e sorvegliare le azioni proposte. Con il Patto di Condivisione il Comune e i cittadini singoli o associati che vorranno concorrere alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni concordando su cosa agire e come.
Questo significa che le decisioni e le azioni per la tutela di strutture e infrastrutture, ma anche della qualità dell’ambiente e della vivibilità del territorio non dipenderanno solamente dalle decisioni dell’Amministrazione, ma coinvolgeranno i cittadini più sensibili, interessati e pronti a mettersi in gioco. Un modo per contare nelle scelte che contano, che ci riguardano da vicino e che coinvolgono il presente e il futuro della comunità e dei suoi abitanti. Nelle proposte di modifica dello Statuto è previsto che la partecipazione civica alla tutela dei beni comuni possa essere esercitata da cittadini italiani, stranieri e apolidi residenti nel Comune di Vignola a partire dai 16 anni.